I caregivers o gli operatori che accompagnano le persone affette da disturbi comportamentali in difetto potrebbero trovarsi in difficoltà nella gestione di tali disturbi.
Innanzitutto, come per tutti i disturbi, è bene ricordare che il vostro familiare o paziente non vuole fare un dispetto e non agisce volontariamente ma soffre di una patologia.
Per questo motivo bisognerebbe cercare di individuare un intervento con uno o più obiettivi stabiliti sulla base dei sintomi che maggiormente disturbano il paziente.
Quando la persona soffre di apatia, anedonia e abulia, si potrebbero utilizzare dei rinforzi positivi cioè stimoli piacevoli (ad esempio cibo o giochi preferiti, oggetti significativi,…) ogni volta che il vostro caro compie un comportamento desiderato in modo da aumentare la probabilità che tale comportamento venga ripetuto in futuro.
Un’altra strategia utile potrebbe essere sollecitare il paziente a svolgere l’attività stimolandolo attraverso i cinque sensi: ad esempio, se la persona fosse apatica e dovesse aver fame, si potrebbe mettere sul tavolo del cibo, selezionato in base alle sue preferenze, inducendolo a mangiare per una vicinanza fisica dello stimolo e per mezzo della stimolazione della vista e dell’olfatto.
In alternativa, si potrebbe affiancare la persona nello svolgimento dell’attività, aiutandola quando è in maggiore difficoltà per favorire la sua autonomia in un secondo momento.
Riprendendo l’esempio precedente, il caregiver potrebbe assistere il paziente aiutandolo a mangiare, imboccandolo se necessario, per passare a sollecitarlo verbalmente e fisicamente mettendogli in mano la posata, in modo che anche il caregiver possa mangiare. Le volte successive si potrebbe sollecitare solo verbalmente e fisicamente, qualora non avesse problematiche motorie.
In tutti i casi l’ambiente da predisporre deve essere accogliente e coinvolgente in modo che la relazione tra caregiver e malato possa diventare un ulteriore rinforzo positivo a ciò che si sta svolgendo.
In aggiunta, è importante comunicare i piccoli traguardi raggiunti anche da coloro che mostrano una depressione reattiva.
Il malato, spesso, minimizza gli aspetti positivi della sua vita o li attribuisce ad altri: bisogna che gli venga detto e riconosciuto un contributo personale agli obiettivi che raggiunge per stimolare fiducia nelle proprie capacità.
Inoltre, può essere utile proporre attività che siano di suo gradimento, eventualmente chiedendo aiuto anche ad amici e parenti per organizzare incontri fuori casa per stimolare socialità e condivisione.
In queste situazioni è fondamentale consultare il medico per valutare se sia necessario intervenire con un aiuto farmacologico e/o psicologico come ulteriore intervento per far stare meglio il proprio caro.
In conclusione, è indispensabile ricordare che anche i caregivers o gli operatori necessitano di un supporto per evitare di farsi coinvolgere troppo a fondo dalle problematiche del malato, rischiando di sentirsi in colpa o impotenti e cadendo a propria volta in una sofferenza psicologica profonda.
Per questo chi si prende cura di una persona che soffre di un disturbo comportamentale deve sapere chiedere aiuto e supporto ad altri professionisti.
L’associazione Samudra Insieme con l’esperienza di oltre vent’anni sostiene e supporta le famiglie in questo grande percorso di cambiamento.
Vuoi avere informazioni
più chiare sull'argomento "Disturbi Comportamentali"?
Abbiamo preparato alcune infografiche sull’argomento “Disturbi Comportamentali” dove troverai riassunte tutte le informazioni in un formato comodo e semplice.
Puoi riceverla ora gratuitamente nella tua casella di posta!