I disturbi comportamentali sono la manifestazione di comportamenti socialmente inadeguati che, a causa della loro frequenza e intensità, possono condizionare negativamente la vita di una persona e dei suoi familiari.
Spesso sono una conseguenza di traumi cerebrali, ictus, lesioni cerebrali diffuse e altre malattie neurologiche che portano a compromissioni del lobo frontale, un’area cerebrale importantissima per la regolazione del comportamento.
Questi disturbi possono esprimersi in una vasta gamma di comportamenti per cui, in base alle caratteristiche che li accomunano, è stato necessario suddividerli in due categorie: disturbi comportamentali in eccesso e disturbi comportamentali in difetto.
In questo articolo cercheremo di chiarire quali sono e con quali caratteristiche si presentano i disturbi del comportamento in eccesso.
Caratteristiche dei Disturbi Comportamentali in Eccesso
I disturbi comportamentali in eccesso sono caratterizzati dalla presenza di una forte reattività psicomotoria: i pazienti tendono a reagire attivamente sia da un punto di vista emotivo che fisico ad alcuni stimoli.
Tra i comportamenti più comuni troviamo:
- Agitazione e irrequietezza
- Impulsività e irritabilità
- Aggressività verbale o fisica
- Eccessiva verbosità
- Scarsa capacità critica
- Disinibizione e perseverazione
Questi comportamenti emergono soprattutto in situazioni frustranti o che richiedono uno sforzo eccessivo.
Sintomi dei Disturbi Comportamentali in Eccesso
La regolazione del comportamento è un’attività molto complessa svolta dal lobo frontale, la parte cerebrale che richiede più tempo per il suo sviluppo e che, per questo motivo, è la più sviluppata del cervello quando raggiunge la piena maturazione.
La sintomatologia che caratterizza i disturbi comportamentali in eccesso è molto varia perché dipende dal tipo di comportamento che la persona mette in atto ma generalmente riguarda una o più reazioni sproporzionate rispetto allo stimolo o addirittura in assenza di uno stimolo reale.
Un paziente che presenta agitazione e irrequietezza psicofisica può continuare a muoversi senza sosta, rendendo difficile l’assistenza sanitaria da parte degli operatori o dei caregivers, può chiamare in continuazione il personale, qualora fosse ricoverato, o spostare sempre gli oggetti in casa, senza un apparente motivo.
L’agitazione può essere spesso dovuta a un disorientamento della persona che fatica a ricordare cosa è accaduto e può migliorare con un graduale recupero dell’orientamento.
Un altro sintomo è l’irritabilità che si può manifestare con scontrosità e ansia a fronte di situazioni neutre: ad esempio, la persona può diventare molto ansiosa e insofferente quando è insieme ad altri, essere scontrosa quando viene sollecitata a svolgere un’attività in cui gli viene richiesto uno sforzo e a casa potrebbe non sopportare di essere contraddetta anche su aspetti banali.
Spesso a questi sintomi si associa anche l’aggressività sia verbale sia fisica: in questo caso la persona potrebbe imprecare e diventare furiosa nei confronti di coloro che la circondano fino ad arrivare ad essere fisicamente aggressiva cercando di colpire con calci e pugni gli altri.
L’aggressività può essere anche una forma di espressione dell’impulsività.
Quest’ultima può essere osservata quando la persona mette in atto comportamenti senza valutarne le conseguenze: ad esempio, è possibile che il proprio caro, nel momento in cui prova rabbia, colpisca qualcuno che gli è vicino senza pensare di potergli far male oppure che decida di spendere una quantità considerevole di denaro per qualcosa poco utile ma che in quel momento lo attrae particolarmente.
Questo aspetto è collegabile alla presenza di scarsa capacità critica che porta il paziente a sottostimare o sovrastimare cose e situazioni: ad esempio, la persona potrebbe pensare di poter acquistare un auto con 100 € o di poter percorrere il tragitto Milano-Roma in 20 minuti.
Spesso il malato sottostima o sovrastima anche le proprie capacità: ad esempio, potrebbe sostenere di non riuscire a camminare anche se perfettamente in grado di deambulare o, al contrario, di poterci riuscire quando ci sono grossi ed evidenti deficit motori.
Inoltre, il paziente può cominciare a presentare eccessiva verbosità, ovvero un modo di parlare poco chiaro nei collegamenti interni e soprattutto quasi incessante: un ‘fiume di parole’, a volte senza limiti, tipico del linguaggio prolisso e che può essere ricollegato anche all’ incapacità di ‘darsi un limite’ (e quindi all’ impulsività, irrequietezza, disinibizione) o di organizzare il pensiero.
Questo comportamento è spesso associato alla perseverazione intesa come incapacità di scostarsi da una risposta o un comportamento precedente che tende ad essere ripetuta quando non è più adatta alla situazione ed efficace.
La perseverazione può riguardare sia l’aspetto linguistico sia quello motorio: ad esempio, il paziente può continuare a ripetere la stessa storia personale al caregiver in diversi momenti della giornata o continuare ad eseguire un movimento senza che vi sia uno scopo come aprire e chiudere la mano senza afferrare un oggetto.
Ciò risulta fortemente debilitante per la persona perché non riesce a “staccarsi” da quel comportamento che prosciuga le sue energie, potenzialmente utilizzabili in modo più efficace.
Un altro comportamento in eccesso riguarda la disinibizione ovvero l’incapacità di avere “filtri” che possano adeguare il comportamento in base al contesto e alle risposte ambientali.
La disinibizione si presenta quando la persona reagisce o utilizza un comportamento derivante da un suo bisogno interno o da un impulso senza filtrarlo o valutarne l’adeguatezza. Il malato non ricorda le regole sociali che sta violando e si comporta come se queste non esistessero: ad esempio possono essere considerate disinibite anche le persone che mettono i piedi sulla scrivania di qualcuno mentre stanno parlando, che danno eccessiva confidenza, che dicono tutto quello che pensano con termini volgari o eccessivamente colloquiali, che si siedono sulle ginocchia di un’altra persona o trattano sconosciuti come se fossero familiari.
In secondo luogo, la disinibizione può riguardare anche la sfera sessuale e in tal caso essere definita disinibizione sessuale. Il paziente che presenta questo disturbo si fissa sull’aspetto della sessualità e può parlare e/o assumere comportamenti sessuali disinibiti.
Ad esempio, può toccarsi i genitali in presenza di altre persone, abbracciare e baciare i professionisti o parlare sempre di argomenti relativi alla sessualità.
Infine, non è difficile che a questi sintomi si associ anche l’anosognosia cioè il disturbo che riguarda la mancata consapevolezza di un deficit o di una malattia.
Le persone che presentano disturbi comportamentali in eccesso potrebbero ritenere che il loro modo di comportarsi rientri nella norma e che non ci sia nulla che non vada. Tutto ciò può rendere ancora più complicato il trattamento del disturbo.
Gestione dei Disturbi Comportamentali in Eccesso
L’alterazione del comportamento della persona può spaventare il caregiver che si trova a relazionarsi con una persona molto cambiata rispetto a prima, è possibile però imparare a gestire queste difficoltà e trovare nuovi modi di stare insieme.
Di seguito trovi ulteriori approfondimenti per scoprire quali altre alterazioni del comportamento si possono verificare e e come gestirle al meglio:
Ecco invece alcuni articoli per i disturbi comportamentali in difetto:
- Cosa sono disturbi comportamentali difetto
- Come comportarsi con una persona con disturbi comportamentali in difetto
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