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Progetto

Progetto a sostegno dei caregivers di lunga data di persone con GCA

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Il progetto intende rivolgersi ai caregivers di persone con Grave cerebrolesione acquisita che si trovano in tale condizione da diversi anni, ovvero ben oltre il termine della fase riabilitativa. 

Obiettivo è fornire loro supporto, anche psicologico professionale, per potenziare risorse, promuovere continua resilienza, prevenire e/o affrontare problematiche emotive complesse.

Uno sguardo è anche al rapporto, spesso conflittuale, con le istituzioni e i servizi sociali: se da un lato l’intervento sui caregivers si propone di aumentare consapevolezza anche circa la propria emotività e le modalità di relazione con gli enti, dall’altro lato il presente progetto intende rivolgersi anche agli operatori sociali, offrendo loro uno sguardo e un’attenzione verso i vissuti e i bisogni di tale utenza.

Obiettivo in tal senso è aprire/intensificare il rapporto con i servizi del territorio attraverso occasioni di confronto e condivisione.

Analogamente, al fine di promuovere inclusione, ridurre il senso di isolamento e sensibilizzare ci si rivolgerà alla comunità per ricercare volontari disponibili per momenti di sollievo ai caregivers e a giovani studenti di scuole secondarie di secondo grado.

Perché questo progetto?

Quando sono trascorsi anni dall’evento acuto, la quotidianità sembra oramai consolidata in una routine, spesso ogni giorno uguale, in cui resilienza e continue risorse si intrecciano con la solitudine, la fatica e il senso di incomprensione. 

Le persone intorno, all’inizio molto presenti, possono nel lungo termine allontanarsi e le abitudini, i ruoli precedenti l’evento vengono assorbiti dal tempo dedicato alla cura: manca tante volte uno spazio in cui poter ancora parlare di sé.

Il progetto intende rispondere alla specifica fragilità espressa dai caregivers di persone con GCA che si trovano in tale condizione da diversi anni, ovvero in una situazione pressoché “stabilizzata”.

Diversi studi (Chiambretto, Vanoli, 2005; Leonardi, Giovannetti, 2012; Pagani et al, 2014) mostrano come il carico percepito, in senso emotivo, non subisca grandi cambiamenti nel tempo: nonostante passino anni, rimangono alti i livelli di ansia e deflessione dell’umore, spesso tradotti anche in scarso investimento su di sé e sul futuro.

Inoltre questa solitudine viene percepita nel rapporto con i servizi sociali, a cui si vorrebbero porre domande e da cui non si ottengono risposte sufficienti.. a colmare le difficoltà percepite.

Cosa succederà?

Il progetto prevede:

  • sostegno psicologico rivolto a caregivers di lunga data, con obiettivi variabili dalla promozione delle risorse all’individuazione di problematiche emotive complesse
  • interventi di comunicazione e sensibilizzazione, quali campagna di ricerca volontari, intervento nelle scuole secondarie di secondo grado;
  • apertura e/o intensificazione contatto con i diversi servizi sociali del territorio, con cui sviluppare incontri di condivisione e confronto.
 

Obiettivi del progetto

Gli obiettivi del progetto sono:

  • offrire affiancamento, continuità del contatto, sostegno psicologico a tali caregivers per favorire l’individuazione e la promozione delle proprie risorse interne e creare uno spazio personale dove potersi rimettere al centro e re-investire su di sé;
  • identificare e sostenere situazioni di specifico disagio emotivo, spesso espresso attraverso astio, aggressività e rivendicazione, attraverso un intervento professionale, per agire sulla situazione e sulle specifiche difficoltà della persona, oltre che per promuovere modalità più efficaci di relazione (soprattutto verso le istituzioni);
  • promuovere inclusione e sensibilizzare la comunità sul tema e sui bisogni non solo delle persone con GCA ma anche dei loro caregivers (bisogno di essere compresi, sostenuti, accolti) attraverso azioni di ricerca nuovi volontari e interventi di discussione nelle scuole secondarie.
  • promuovere contatto e confronto con la rete dei servizi sociali sul territorio, quale controparte che maggiormente interloquisce con tali caregivers, attraverso condivisione di informazioni, incontri (individuali/gruppo) di confronto, formazione e sensibilizzazione.

 

Grazie a Fondazione Comunità Monza e Brianza

La Fondazione della Comunità Monza e Brianza Onlus promuove la cultura del dono e sostiene progettazioni sociali e culturali per migliorare la qualità di vita della Comunità di Monza e Brianza.

Negli anni ha incontrato l’Associazione Samudra insieme APS con la quale è cresciuta nel tempo una collaborazione per offrire un supporto concreto a persone con grave disabilità o altre patologie legate alle cerebrolesioni acquisite, e alle loro famiglie.

Questo progetto è stato reso possibile grazie al suo sostegno e sarà realizzato dalla fine del 2024 e per il 2025.

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